Le domande che non ti aspetti

Un breve post per aggiornare questo. Oggi sono tornato a tagliarmi i capelli, perché è mercoledì e c’è lo sconto e perché iniziavo a sembrare un panettone cosa che, malgrado la stagione suggerisca altro, è sconveniente. Ho cambiato Fabio Salsa, però, e invece di Place d’Italie sono andato sotto casa, a Censier Daubenton. Bene, tutte le cose che ho notato a ottobre restano intatte ma in più la parrucchiera di oggi – una shampista come ve la immaginate voi, platinata e ottusa – mi ha riempito di domande che non capivo ed è stato imbarazzante.

Prima domanda, appena entrato:
Sha: Cosa deve fare?
Sui: Tagliarmi i capelli…
Sha: Beh, è un po’ vago…

Seconda domanda, appena mi siedo al lavandino:
Dice una cosa che non capisco con la parola shampoing. Io credo voglia dirmi “Facciamo uno shampoo” e le dico “Faccia, faccia!”. Lei ripete due volte e io la guardo come Arnold o Oliver Twist e le dico: “Non la capisco”
Sha: Le ho chiesto quando si è lavato la testa l’ultima volta!
Sui: … beh, stamattina sotto la doccia
Sha: Bene! Mi pare ci sia qualche problema di comunicazione…
Sui: Scusi sa…
Sha: Ma no, si figuri… è ancora mattina!
Sui: No… non è tanto questo… è che non sono francese, sono italiano…
Sha: Ah ma io parlo italiano!
Sui: Davvero?
Sha: In realtà so solo le parolacce…

Terza domanda, seduto davanti allo specchio:
Sha: E’ abituato con la macchinetta o con le forbici?

Quarta domanda, e ancora mi inquieto:
Sha: Quanti millimetri li vuole lunghi? Non lo sa? Facciamo 12 e poi mi dice se va bene?

Ultima domanda, ripetuta ogni due minuti:
Sha: Tutto bene?
Sui: Sì

ma avrei voluto dire Fin qui…

7 pensieri su “Le domande che non ti aspetti

  1. “Sha: Bene! Mi pare ci sia qualche problema di comunicazione…”

    A questa battuta io me ne sarei – cortesemente – andato via.
    Non, mais.

  2. non so cosa ti faccia credere che il francese lo so… detto questo, il problema è nelle teste (e nelle lingue) dei francesi che parlano in modo bestiale…

  3. in ordine sparso: leggi libri francesi, compri mortadelle e entri e comunichi cose complesse in biblioteche complessisime. E poi – adesso lo so che faccio una figura di m – la filologia romanza non c’entra qualcosa con il francese? (centra o c’entra? bah!)

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