Chi sono e che faccio, come vivo… vuole?

Nasco a Genova, il 24 aprile 1979 alle 20.15, dopo 15 ore di travaglio. Sembra che quel giorno piovesse, ma non ci credo. Da bambino mangio molto poco, è forse per questo che cresco poco e neppure stirando il collo al massimo raggiungo il metro e settanta. Questo mi rende molto indulgente nei confronti dei rialzi nelle scarpe di Berlusconi o di Sarkozy. Io non li uso, i rialzi, ma solo per un residuo di amor proprio che i due non hanno, e poi perché fingo di essere superiore a queste cose. Sono collezionista di detti, proverbi e aneddoti tesi a dimostrare la superiorità del brevilineo.

Alle elementari sono un bambino odioso, ma inspiegabilmente i miei compagnucci non mi odiano. Anche alle medie e al liceo va tutto bene, benché siano pochi i compagni del liceo di cui ho buoni ricordi. Classe prevalentemente maschile, pensate un po’ che palle… massimo interesse del lunedì: il fantacalcio. E io, che sono snob, ma tanto snob che adoro riconoscere snobisticamente di esserlo, scendo a molti compromessi ma al fantacalcio non mi ci avvicino neppure.

Faccio l’ultima maturità ultima maniera, voto di molto superiore a quanto mi meritassi. Ma in fin dei conti non ero già più odioso e poi chi non giocava al fantacalcio era visto con un misto di ammirazione e rispetto dai professori.

Drammatica parentesi universitaria di un anno a Torino, città con cui non ho ancora finito di fare i conti ma non so per colpa di chi.
Ritorno a Genova, Lettere moderne. Un semestre di Erasmus alla Freie Universität Berlin da cui non mi sono mai più ripreso. Anche io, come Marlene Dietrich, hab’ noch einen Koffer in Berlin, deswegen muss ich nächstens wieder hin.

11 marzo 2004, scoppiano le bombe a Madrid, Umberto Bossi ha un colpo, mi laureo in Filologia romanza, non so se mi spiego.

AGGIORNAMENTO DELL’10.09.05: Dopo un anno da dottorando senza borsa a Genova, vinco in modo rocambolesco un posto di dottorato in Filologia Romanza a Siena, retribuito per tre anni. A chi mi chieda la professione posso attualmente rispondere “Dottorando” senza temere le occhiate di compassione.

AGGIORNAMENTO DEL 01.09.09: Dopo un trienno di dottorato a Siena, una mirabolante botta di culo mi concede una borsa post-doc a Parigi, dove attualmente – fortunosamente – risiedo.

Ah, sono attualmente innamorato.

AGGIORNAMENTO DEL 01.09.15: Mi rendo conto che la gente continua a cadere su ‘sta pagina e che potrebbe immaginarmi ancora post-dottorando fortunoso a Parigi e innamorato e chissà cosa. Va dunque chiarito che beh sì, dopo sei anni dall’ultimo aggiornamento sono ancora a Parigi, sono ancora innamorato della stessa persona (con cui tra l’altro vivo da cinque anni) ma non ricerco più niente in nessuna università hélas. Ho insegnato in una università angioina per quattro anni, da cinque insegno italiano ad adulti in giro per la regione, in condizioni più o meno frustranti. Dalla rentrée 2015 un nuovo incarico mi porta a insegnare italiano in un liceo a sud di Parigi. Tremate con me.

Trenta, tiranni
Particole di Suibhne

E se mi volete proprio contattare, se avete qualcosa di importante da dirmi (o un paese a cui mandarmi) potete mandarmi una mail qui.

38 pensieri su “Chi sono e che faccio, come vivo… vuole?

    1. 🙂 Mia cara! Ti aspetto in cima a ‘sti sette piani, eh? Domenica all’IKEA stavo per prendere due sedie pieghevoli uguali alle tue rosse, pieno di nostalgia canaglia (e privo di sedie in casa, confesso…)

  1. In tutte le cose, sarò retorico, ma bisogna CREDERCI.
    Nelle proprie virtù e capacità (quando vuoi attendo magari una tua brillante distinzione, dato che adesso mi sfugge lo scarto concettuale tra le 2 parole).
    Nella possibilità che troveremo la donna/l’uomo che CI PIACE, per cui non solo proviamo attrazione fisica ma che ci dà sicurezza, ci fa sentire riamati…

  2. Ho letto divertita “Sei cose che so di loro” e ho voluto sapere qualcosa di più su di te.

    Mi congratulo particolarmente per due cose:
    1. la laurea in Filologia Romanza. Io sono laureata in Lettere con tesi in Filologia e crtica dantesca e l’esame di Filologia Romanza è stato uno dei più belli in assoluto. Ricordo ancora perfettamente le cose imparate a quel tempo … cioè, mooooooooolti anni fa, purtroppo! 😦
    2. la longevità del tuo blog … ci vuole costanza per queste cose e non tutti ce l’hanno.

    T’invidio particolarmente per due cose:
    1. vivi a Parigi, il che non è di scarsa importanza, almeno per me che da anni vorrei andarci ma c’è sempre qualche ostacolo che me lo impedisce
    2. sei giovane, anche se il linguaggio giovanile ti è, a volte, di difficile decifrazione e ti scandalizzi per i discorsi che senti sulla metropolitana. Io, quando sei nato tu, ho conosciuto mio marito …
    Però i giovani li “frequento” a casa (due figli ventenni) e a scuola (insegno al liceo) e qualcosa di loro capisco. Ciò, tuttavia, non mi impedisce di scandalizzarmi quando li sento parlare (sia per i contenuti delle conversazioni sia per il liguaggio “sciolto”, anche dal punto di vista grammaticale, che usano).

    Au revoir! 🙂

    Se vuoi venirmi a trovare, questo è il link del mio blog: http://marisamoles.wordpress.com

    1. guarda, in realtà è un nome antico-irlandese, quindi non si sa come si pronuncia… però io mi pronuncio suibhne, senza aspirare l’acca, che mi pare troppo…

  3. Antant che la fomna granda a s’chin-a, la cita a l’ha lià la fassin-a.
    “Intanto che la donna alta si china, quella piccola ha già legato la fascina”.

    Ti è utile, per la tua collezione di proverbi popolari a favore dei brevilinei? u_u

  4. Ciao filologo romanzo senza nome,

    lavoro con Csaba (dalla Zorza) e ho in mano le copie fresche di stampa del suo nuovo libro Summer Holidays. Mi chiedevo se ne volessi una copia.
    Contattarti “in privato” è impossibile – ti lascio la mia mail: scrivimi!

    Un saluto (laureata in lettere, beni culturali)

    Margo Schachter

    1. hai riso di me oppure con me? perché non è la stessa cosa, eh… 😉

      a parte gli scherzi, grazie per essere passata, condoglianze per la laurea umanistica e beh dai, non è che poi vivere a Parigi cambi la vita… tu dove vivi?

  5. Mi piace questo mondo Suibhne, in particolare i viaggi in metropolitana e le cose di scuola. Non so perché ma ho pensato chissà se parla francese con l’accento ligure. io sono piemontese ma non credo di parlare inglese con inflessione regionale, però mi ricordo di un sardo che parlava tedesco e si capiva subito che era sardo! Ed ecco i ragionamenti che il tuo blog mi fa venire in mente!

    Riru

    1. grazie cara, ti rispondo al dubbio: no, non ho accento genovese quando parlo francese 🙂 Però ce l’ho quando parlo italiano, quello sì 😉

  6. Ciao, sono arrivata al tuo blog tramite il post sulla funicolare di Genova! Sono nata anch’io in quella città 10 anni prima di te. Io però il dottorato non l’ho vinto quindi lo sto facendo adesso senza borsa di studio a Istanbul, dove mio marito insegna alla scuola italiana. Chissà, prima poi ci si incontrerà sulla funicolare di Genova!

    1. Benvenuta! 🙂 dottorato in cosa? E poi sì, ci incontreremo magari un giorno in funicolare, oppure sull’Orient Express Parigi – Istanbul, in compagnia di un piccoletto belga e un cadavere 😉

  7. Già ti seguivo, ma oggi sono qui per il filo con cui ho seguito MissFletcher, e la prima cosa che mi è venuta leggendo la tua presentazione, e l’aneddoto che si racconta a Parigi su Napoleone, (ma certamente lo conoscerai)
    Napoleone era nel suo studio e allungava il braccio per prendere da uno scaffale un libro.
    Purtroppo non arrivava pur provandoci, ed un suo servitore gli rivolse la parola dicendo:
    Mi scusi, sire, posso prenderlo io che sono più alto?
    e Napoleone di rimando: “vorrai dire più lungo” .
    uso solo ballerine, raso terra, sentendomi più alta di Carlàm eppure mi mancano decine di centimetri hahahaha
    Per il resto complimenti sopratutto per l’atmosfera del tuo blog, somiglia molto a quella che mettono i francesi nello champagne.
    Un sorriso

  8. Ho fatto 30 traslochi con una vita di successi e fallimenti, mi piace leggere dei traslochi degli altri e dei mondi che ogni trasloco apre e chiude. Inevitabilmente. Nel trasloco, oltre ai mobili portiamo idee?

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