Aurélie, ovvero: Una NUOVA canzone che lucra su donne che soffrono

A febbraio, sulla sempiterna onda anti-albana post-sanremese, cercammo di compilare una antologia di canzoni odiose che lucrano sulla sofferenza delle donne rendendo stereotipate e banali quelle stesse sofferenze (qui l’antologia, qui i vostri commenti che implementano).

Ecco, l’altro giorno facevo colazione con W9 ed ho scoperto che al numero 12 della classifica dei singoli più ascoltati in Francia c’è proprio una canzone che fa al caso nostro. Questa volta non si tratta di Mary, Sara, Samantha e neppure di Sandy, Lilly o nonna Pina ma di Aurélie. L’autore è Colonel Reyel che, se fossimo un mondo normale in cui la gente usa i proprî nomi e non dei nomi d’arte senza senso, si chiamerebbe ancora Rémy. Sì, Rémy (qui il suo repellente sito internet, che pare uscito dal 1999). Dunque, Rémy è nato cinque anni dopo di me (!)  in Guadalupa (come Cannelle, quella delle Morositas e di Sanremo ’94 con Baudo e la Oxa) ma è cresciuto a Pantin (cioè il posto dove passava l’estate Régine nella versione francese di Azzurro, tra le altre cose) ed è celeberrimo per la superba Celui, in cui parla di un altro drammatico argomento: un ragazzo innamorato di una ragazza occupata, un po’ come Obsesion degli Aventura ma ancora peggio, se possibile.

Ad ogni modo, andiamo a vedere il video e a goderne le parole:

Vi invito a notare alcune cose: la banlieue stereotipa che abbiamo già incontrato in Mary e in Samantha, il bianco e nero colorato, le movenze ributtanti del Reyel, quelque part entre una letterina e Tullio De Piscopo (è l’ultima cosa cattiva che dico su di lui che mi pare un tipo violento). Il video è talmente didascalico da rendere il testo della canzone immediatamente comprensibile anche ai non francofoni ma riassumo: Aurélie ha solo sedici anni e aspetta un bambino, i suoi amici e i suoi genitori le consigliano (un po’ seccamente a quanto si deduce al minuto 1:38) di abortire ma lei vede le cose diversamente e se lo tiene perché “si sente pronta a per sentirsi chiamare mamma“. Questa canzone, dice Colonel Reyel, è per tutte quelle che hanno messo al mondo, per tutte le Aurélie, per tutte le mamme a ogni costo. Va bene, si può partire col flashback come nelle fiction di Raiuno: Aurélie è vergine e innocente, all’inizio della vicenda, perché aspetta quello giusto che trova esattamente al minuto 0:38. Lui è proprio come piace a lei, vale a dire “un po’ più grande”. Al minuto 0:45 capisce che è quello giusto e si dice, giuro, “bingo“. Sale con lui sulla, giuro, Twingo quindi cominciano a fare cose, lei si toglie il suo, giuro, tanga e fa ace, giuro, come Tsonga.

Bingo / Twingo – Tanga / Tsonga audace, no?

A ogni modo, nove mesi dopo (credo che il Reyel faccia confusione tra quanto ci mette uno spermatozoo a fecondare un ovulo e quanto ci mentte un ovulo fecondato a diventare un pupo piangente) si scopre incinta (minuto 1 preciso, notare la scritta sul test di gravidanza) e si trova sola: il fidanzato non risponde al cellulare (minuto 1:20), il padre le strilla contro e lei, alla fine, decide di tenere il bambino come Madonna in Papa dont’ preach e come la Cenerentola innamorata di Marco Masini. Ma a differenza della mamma delle mani cucciole di Nek in In te.

Avevate dubbi?

11 pensieri su “Aurélie, ovvero: Una NUOVA canzone che lucra su donne che soffrono

  1. ma no ma no per l’amor del cielo 🙂 L’ho ascoltata aprendo il link prima di leggere tutto il tuo post. Quindi l’ho sentita ma solo per colpa tua 🙂

  2. No, vabbé, la tristezza.
    La cosa che non capisco è perché le uniche due traduzioni della sua pagina wikipedia sono in italiano e in albanese.

    (Per un attimo avevo pensato a un’altra aurélie [http://www.youtube.com/watch?v=WZQnSHXqKVg] , ma in effetti quella non lucra sulla sofferenza delle donne)

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