Delle serie tv che i tuoi studenti pensano che tu possa aver visto

Giunge a volte, repente, un’ora che il mio cuore troppo umano si spaura e si squarcia e io vengo annientato dalla travolgente inanità dei miei studenti.

Allora provo a tenerli svegli, muovendomi sempre e cercando di fare qualche battuta, a coinvolgerli, facendo qualche domanda che mi rimbalza in faccia, dopo aver cozzato su sbadigli e teste basse, a interessarli, parlando anche di cose di cui hanno forse  più esperienza che di narratologia o di epica romanza.

Per questo, oggi, che parlavo di cultura popolare e di Bachtin, di fonti orali e di Marie de France, di narratologia e di Propp (vaste programme!) ho provato a dire a quell’oceano di silenzio “Anche le serie TV funzionano così… ad esempio, che serie vedete voi?”. Neanche un cenno. “Ad esempio, lei, lei là in fondo… che serie guarda?”. Nulla. “Non guarda nessuna serie?” “Sì sì – dice – Once upon a time“. E cazzo, sarebbe stato anche utile come esempio, se mai ne avessi visto un episodio. “Hummm… OK, ha visto qualche serie che posso aver visto anche io?”

Ed è una domanda che non va fatta. Alza un sopracciglio e “Desperate Housewives?” fa interrogativo.” Non voglio sapere cosa volesse implicare con quella risposta (davvero non voglio) ma ci ho letto del giudizio e non l’ho presa come un complimento.

Ho detto “OK, ma non va bene per quel che voglio dire” e ho continuato parlando di Breaking bad, perché Lost non l’hanno visto, perché sono troppo giovani.

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