Se vi chiedete chi era Jeanine

17 ottobre 1933, nella Bruxelles in crisi economica, tra planisme, scioperi, comunisti e estremisti di destra, nasce Jeanne-Paule Marie Deckers in una famiglia cattolica e un po’ noiosa. Nessuno la conosce con questo nome però, e neanche con il nome con cui la chiamavano parenti e amici, cioè Jeanine. Non è difficile immaginare la sua infanzia, in una di quelle famiglie nazis durant les guerres et catholiquees entre elles, oscillanti tra fucile e messale, una di quelle famiglie in cui on ne pense pas, Monsieur, si prega e dove on ne cause pas, Monsieur, si fanno i conti. Ma forse è solo un’idea che ci facciamo oggi, perché c’è stato Jacques Brel, che è uno dei pochi belgi che tutti conoscono, e perché sappiamo com’è andata a finire. Ad ogni modo, Jeanine si annoia ed è inquieta, come tutte le ragazzine. Prova a fare la disegnatrice ma, diciamocelo pure, non è capace e, forse, non si applica neppure abbastanza. Ad ogni modo il suo principale problema è la madre, l’avreste mai immaginato? Dopo la guerra, in Belgio, non c’erano molte possibilità per fuggire: o ci si sposa – ma non è proprio il suo genere, no – oppure si entra in convento.

Nel 1959, vocazione un po’ tardiva, Jeanine entra nel convento dominicano di Waterloo. Anche questo sembra un orribile presagio: proprio a Waterloo? Eppure la gente vive e fa cose a Waterloo (e se pensiamo che 40 mila persone abitano a Oświęcim, stare a Waterloo, a Novi Ligure o ad Avetrana ci sembra meno impossibile). Jeanine assume il nome di suor Luc-Gabrielle, ma non è neanche con questo nome che la si conosce. Abbandonata la matita, suor Luc-Gabriel impugna la chitarra, più o meno come fräulein Maria prima di diventare von Trapp, ma con esiti piuttosto diversi. Le sue canzoncine, però, sono molto piacevoli, come direbbe Mara Maionchi, e soprattutto una, dedicata a san Domenico, ha un ritornello di quelli che non ti escono più di testa. Il Convento (che prenderemo qui come un monolite, fingendo non esistano responsabilità individuali) se ne rende conto e le procura un incontro con la Philips. Gli impresari sono un po’ perplessi, produrre una suora? Poi suor Luc-Gabrielle inizia a suonare e a cantare:

Dominique, nique, nique
S’en allait tout simplement,
Routier pauvre et chantant
En tous chemins, en tous lieux
Il ne parle que du bon Dieu….

Può funzionare, si dicono, eccome se può funzionare. Non è soltanto la voce, non è soltanto il motivo semplice e la storia edificante, in un paese cattolico quant’altri (tranne forse uno o due o tre) mai: è quell’attacco… insomma… suvvia, possibile che le buone sorelle non se ne siano accorte? Dominique nique nique non è come dire Gabrielle elle elle o Jacqueline line line… niquer vuol dire… insomma… produrre una canzone che dice Domenico scopa scopa!? Ci pensano mezzo minuto, si ritirano con il Convento e decidono che si produrrà. Il contratto prevede che 1) suor Luc-Gabrielle NON userà il suo nome, 2) suor Luc-Gabrielle NON apparirà sulla copertina del disco né su manifesti o altro, 3) suor Luc-Gabrielle dovrà rinunziare, dopo aver rinunziato a Satana e a tutto il resto, anche all’eventuale incasso che sarà, invece, così ripartito: 95% alla Philips e 5% al convento. Suor Luc-Gabrielle accetta, visto che ha fatto pure voto di povertà e che le pare ragionevole, e firma. Però che nome si può usare? La Philips forma un panel di potenziali acquirenti, li chiude in una stanza e alla fine, come in un legal, il presidente esce con un foglietto che dice soeur Sourire, suor Sorriso. “Ma è un nome idiota!” protesta suor Luc-Gabrielle che, però, accetta e firma, ancora una volta.

Dominique esce nel 1962 ed è un successo planetario, come si dice in questi casi. Non vende soltanto in Belgio, in Francia e in Svizzera, non vende soltanto tra i cattolici o tra chi sghignazza per il doppiosenso ma ottiene grandissimi risultati in Germania, in Inghilterra e viene tradotta in italiano (vi ricordate Orietta Berti vestita da suora, nei pomeriggi estivi di Rai Due, che cantava Dominique nique nique / con la sua semplicità / lavora in povertà nei film col bambino di Popof?). Nessuno sa ancora che faccia abbia suor Sorriso e iniziano a diffondersi notizie contraddittorie: non esiste, non è una suora! oppure è bellissima, talmente bella che non possono farla vedere, è bella quanto pura, la nostra suor Sorriso! La Singing Nun ha un successo così grande da restare per un mese intero al primo posto negli Stati Uniti, scalzando Elvis Presley. A questo punto Ed Sullivan prende la sua troupe e parte per il Belgio, va nel convento di suor Sorriso e registra una trasmissione in cui, finalmente, tutti vedono che faccia ha la suora canterina. Noi le vogliamo bene ma bella no, non possiamo proprio dirlo. Ciononostante, la Metro Goldwyn Mayer chiama Debbie Reynolds e le propone di interpretare un film sulla vita di suor Sorriso: The Singing Nun uscirà nel 1966, con le musiche di Jeanine e di Harry Sukman che adatterà le parole in inglese, e otterrà persino una candidatura all’oscar (che gli sarà soffiata da Dolci vizi al foro, ahimé).

[Debbie Reynolds, Jeanine Deckers, Orietta Berti: ognuno tragga le sue conseguenze]

Diciamoci la verità, non è mai vero che il successo non cambia le persone e non lo è neppure nel caso di suor Sorriso: chiusa nel suo convento, mentre il mondo impazzisce per lei, inizia a pensare al suo essere suora, al suo essere felice o, meglio, al suo non esserlo, alla sua vocazione, o meglio, al suo non sentirla. Nel luglio del 1966 lascia il convento senza aver visto (né chiesto) un soldo.

Inizia quindi la sua seconda carriera: diffidata dall’utilizzare il nome di suor Sorriso, assume il nome d’arte di Luc Dominique, ma non la si conosce neanche con questo nome. Pubblica La pillule d’or in cui dice che, se una volta si diceva alle ragazze di essere sottomesse al marito e di fare molti figli, adesso c’è la pilule d’or e grazie alla biologia abbiamo superato quella fase e abbiamo capito che i figli devono essere frutto d’amore e non di un’avventura e dunque Seigneur, je rends grâce à toi. Sì, parla di quella pillola là. Oppure compone canzoni sui Coglion-conservatori. O contro la Chiesa cattolica che non vuole modernizzarsi, malgrado il Vaticano II, o gli uomini e il maschilismo. Prova a tornare in America negli anni ’70, ma non è più the singing nun e la gente non ha nessun interesse a scoprire chi diavolo Jeanine Deckers o come si fa chiamare adesso. Compone allora Luc Dominique in cui spiega che Elle est morte, soeur Sourire / elle morte, il était temps e che ha visto volare via la sua anima tra le nuvole su un tappeto volante e che i giornalisti, i discografici non la vogliono capire ma che san Domenico li possa perdonare.

Lentamente Jeanine abbandona la musica e, proprio in questi anni, incontra Annie Péchier. Si innamorano, semplicemente, vanno a vivere insieme e aprono anche un asilo (Annie lavora con i bambini autistici), perché in qualche modo si deve pur campare e questo è uno dei meno imbarazzanti. Meno imbarazzante, per dire, di quando nel 1981 incide la versione remix di Dominique, girando il video con un imbarazzante maglione e croce a vista, fingendo di suonare una chitarra tra le rovine di una chiesa. Ma è un periodaccio per Jeanine e le perdoniamo anche questo: il fisco belga, con il tempismo della Provvidenza, apre un’inchiesta a nome DECKERS, Jeanne-Paule Marie (dite Jeanine, dite soeur Luc-Gabrielle, dite soeur Sourire, dite Luc Dominique). Com’è possibile, chiede l’agenzia delle entrate, lei abbia dichiarato così poco al fisco quando i suoi dischi hanno venduto così tanto? Beh, ma i diritti sono andati al Convento e alla Philips… Ma il fisco non ascolta i beh, almeno in Belgio, almeno in questo caso, invia una multa di 99 mila franchi e, come acconto, si prendono l’asilo. Jeanine chiede aiuto alla Philips, che non risponde, e al Convento, che le offre un prestito a patto che la smetta di parlare male della Chiesa e che firmi una dichiarazione in cui rinuncia a ulteriori pretese. Lei firma, anche perché non era nelle condizioni di trattare. Jeanine inizia a bere, Annie beve con lei e i debiti aumentano.

Continuano ad aumentare fino al 29 marzo 1985, in realtà, quando suor Sorriso si sdraia sul letto assieme ad Annie e iniziano a prendere pillole, tutte quelle che avevano in casa, finché non si addormentano. La mattina dopo, con il tempismo della Provvidenza, la SIAE belga annuncia che Jeanine aveva diritto a 517 mila franchi di diritti d’autore non corrisposti, mentre il Belgio scopre che Jeanine Deckers e la sua compagna Annie Péchier si erano suicidate.

La maggior parte dei belgi commenta “Chi?”.

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