Latinorum, ovvero: Dell’inconsapevolezza delle persone quando si affrontano i fatti di lingua

E’ da tempo immemore che non vi dico nulla dei miei allievi d’italiano. (Insomma: è da tempo immemore che non vi dico niente di nulla, ma è il 2014 e – pare – non si riesce più a raccontare cose più lunghe di centoquaranta caratteri). Il fatto è che vorticano, son tanti, son tante e son più simpatici del solito. E vortico anche io, meno di quando giravo per la regione, ma comunque vortico e alla sera son stanco e durante i viaggi non so, non mi va di scrivere col cellulare / eppur dovrei, forse, dovrei, allungando i tweet che sono monumento alla caducità, all’insipienza, all’inutilità /. Nulla sapete, dunque, della novenne trilingue, dello stilista malinconico, del geometra irritante. Niente della tedesca, di quella madrelingua indoaria, della loquace casciuba che si vergogna a tradurre Johnny Hollyday.

Ma di quello di oggi, è necessario che sappiate perché rappresenta in lui solo lo Sgomento che mi prende valutando l’inconsapevolezza linguistica della gente. Non è tanto la gente che chiama “Io, tu, lui…” articoli. Né quelli che non hanno mai sentito parlare di verbi riflessivi (“Vedi… c’è una differenza tra Io lavo i pavimenti / Il pavimento è lavato da me e  Io mi lavo! Capito?NO, non vedo il punto). Né chi non sa cos’è un condizionale. Quelli che ignorano l’esistenza delle lingue minoritarie in Francia (Mi scusi professore, quando si è estinto il provenzale?) o che non capiscono la differenza tra un accento regionale e un dialetto (“L’accento è come se dicessi… L’hai viiista la partiiiita ieri se-ra? cantilenando come fossi in Ravecca, ma è italiano. Dialetto è se ti dico carega e voglio dire seggiola. Capito?” Hum, non je crois pas), beh più o meno quelli.

L’Incompetenza di oggi sa di leggenda metropolitana, ma mi è capitata meno di dodici ore fa. Si parlava, con questo francese con origine d’altrove, come tutti i francesi, e che ha pure fatto degli studî, del fatto che Balotelli ha un accento molto forte ma che tutti in Italia hanno un accento. E che ci sono i dialetti, che sono piuttosto diffusi.

E lì, questo francese mi chiede una cosa che, insomma:

Ah, a proposito. Mi chiedevo: ma in Italia, tipo le persone vecchie, ecco ci sono ancora persone che parlano latino?

Latino. Cioè, secondo lui mia nonna, che nacque nel 1910, da bambina parlava latino. E chissà se, secondo lui, parlava latino classico (e sua mamma, dunque, la sgridava Quo usque tandem abutere patientia nostra?) o ancora arcaico, tipo fibula prenestina, ed è solo mio papà che ha iniziato a usare la frizzante lingua di Livio. Lui, che è evidentemente un incolto come ve ne sono tanti, in questo mondo, sui fatti di lingua, avrà sentito dire una volta in TV che fino agli anni Sessanta (o era Cinquanta, o settanta? o il Settecento, il Seicento, il Tremila avanti Cristo?) si diceva la messa in latino e lui, che cattolico non è e, inoltre, vive in Francia dove c’è una ignoranza grassa dei fatti religiosi, avrà immaginato che fino a quel giorno là tutti capivano tutto. Solo una leggera confusione tra concilî, tutto sommato, scambiando Tours con il Vaticano II.

Che gli dici, a questa gente? Abbozzi, condensi in un tweet L’origine delle lingue neolatine e ti ritieni soddisfatto di un “Ah, non avrei detto… interessante… c’est fun!”

Fun. C’est fun.



Rosa rosa rosam
Rosae rosae rosa
Rosae rosae rosas
Rosarum rosis rosis
C’est le tango des forts en thème
Boutonneux jusqu’à l’extrême
Et qui recouvrent de laine
Leur cœur qui est déjà froid
C’est le tango des forts en rien
Qui déclinent de chagrin
Et qui seront pharmaciens
Parce que papa ne l´était pas
C´est le temps où j´étais dernier
Car ce tango
rosa rosae
J’inclinais à lui préférer
Déjà ma cousine Rosa

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9 pensieri su “Latinorum, ovvero: Dell’inconsapevolezza delle persone quando si affrontano i fatti di lingua

  1. Ma dai, ha ragione lui!! Mia nonna parlava latino anche quand’ero piccola io… al cimitero quando diceva le preghiere riempiendole di strafalcioni meravigliosi.
    Giusto perché se ne parla, una delle ultime versioni che mi è capitato di correggere, la ben nota “Il topo di campagna e il topo di città”: “Olim mus rusticus murem urbanum ad cenam invitat…”. La traduzione: “Una volta un topo campagnolo invita a pranzo una murena urbana”!!. E c’è anche l’altra, quella dove al posto della murena ci sta il murice!! Noi italiani sì che lo sappiamo il latino…
    Buona giornata 🙂

  2. Ciao! Scusa l’intrusione ma ti ho nominato per per il “The Very Inspiring Blogger Award”, spero ti faccia piacere. Digitando su google trovi il regolamento! Intanto complimenti per il blog 🙂
    SaraN (startoveraustralia.wordpress.com)

  3. e tu non hai bestemmiato? perché questa richiede proprio una bestemmia, indifferentemente dal tuo credo!
    comunque:
    “… lo spagnolo, la nostra lingua, deriva dal latino, eh!”
    “sì, beh. come l’italiano.”
    “No, no, tu non capisci: qui c’erano i ROMANI, la nostra lingua deriva dal LATINO, dai ROMANI proprio!”
    “Capisco, capisco, ma tu lo sai di dov’erano i romani?”
    “Spagnoli!”
    “Dov’è Roma? In Spagna?”
    “Ah. Oh.”, e in quel momento noti che un’epifania gli ha attraversato il cervello (cit. Bob Hoskins/Spugna).

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