Ultima colazione tra gli ulivi, a bere caffè amaro (lo zucchero non l’abbiamo mai comprato) leggendo, sfogliando riviste, nel silenzio inframmezzato dai ronzii delle api, dalle campane nel monastero, dai belati delle pecore che tra poco passeranno di qua brucando gli sterpi secchi.
Stiamo per salutare la Grecia, tra poco facciamo un ultimo bagno in mare, prendiamo l’ultimo sole (che le previsioni in Liguria impensieriscono) e cerchiamo di scacciare la malinconia del ritorno, la routine che si riaffaccia, gli impegni dell’autunno, il metro.
Comunque qui tutto bene e così spero di voi,
A.
(Ma che fosse Corfù?)
Proprio quella!
Che occhio il caro vecchio Ale!
Domanda: nel monastero c’era una colonia di gatti, tra cui uno con un orecchio mangiato dal fuoco o sim.? E nel negozietto vendevano buste fatte in casa di “mountain tea”?
Aspetta, probabilmente la risposta è sì per il 40% delle isole greche…
Nessuna colonia di gatti ahimè… Ma la colpa era dei turisti!
Ad aprile c’erano (i gatti).