Cari tutte e tutti,
qui tutto bene e così spero di voi. Siamo a Isola Rossa, o L’Île-Rousse, da un secolo e un po’, o semplicemente L’Isula. Abbiamo preso il treno, che ormai è moderno e non è più il trinichellu di due anni fa (ahimè? No, no! Che c’è l’aria condizionata ormai! E le scritte in corso, che non è certo lo stato ad aver rinnovato i treni!). Siamo passati per la Balaigne, tra le montagne verdi, sui fiumi grigi, le scritte indipendentiste, le stazioni scrostate e le cisterne d’acqua arrugginite (siamo passati da Ponte Novu, dove Paoli è stato sconfitto da Luigi XV, proprio sul ponte genovese, e la Repubblica corsa è finita) e poi siamo scesi giù giù guardando il mare, fino al mare. Che qui è splendido, come vedete, e l’isola di porfido rosso tuffata in tutte le gradazioni del blu, con il sémaphore bianco e verde della sommità, è sostanzialmente deserta, noi e qualche sparuto turista, come se fossimo andati al mare su Marte.
Saluti e baci,
A.
Ma che meraviglia meravigliosa il mare su Marte! Comunque sono contenta per te. Dopo il freddo dell’inverno parigino ti meriti tutto questo mare e questo Paradiso e anche di più!
IGrazie, ma per il paradiso aspetterei 😉
(Comunque qui è brutto da ieri, ahimè)