Allora, c’è un governo tecnico che si dimette un po’ prima di quando vorrebbe perché Berlusconi non vuole. Non si fanno le riforme su cui c’era un sostanziale accordo perché Berlusconi preferisce andare a votare e sfruttare l’effetto sorpresa. C’è un governo tecnico (che poi tecnico non è stato praticamente mai) e c’è un presidente del consiglio “che l’Europa vuole” e che si dimette e si candida alternativo alla destra anche se di destra lui è. C’è un’alleanza di centrosinistra che ha già scelto il suo leader (emiliano, tra l’altro) e che, forse, si trova un po’ spiazzata. C’è la Lega che se ne va da sola (a quanto pare). C’è il Centrodestra che fa una campagna contro i sacrifici e contro l’Europa. E tutti gli analisti che dicono che, dopo le elezioni, non ci sarà una maggioranza chiara e che si dovrà fare una grande coalizione perché bisognerà fare le riforme.
Dite quel che volete ma non è il ’94. E’ il ’96 e tutti sappiamo com’è andata a finire, il 21 aprile 1996. Ora, bisogna solo riflettere e lavorare perché il 2015 non sia il 1998 (e il 2018 l’orribile 2001).
E lavorato, un po’, si è già e il 2000 di cui vi parlavo sembra lontano. Almeno un po’, almeno.
mi fai venire l’ansia. già ce l’avevo, ma ora è più tangibile.
ma perché mai? volevo essere ottimista…
io è meglio che sto zitta, sono mesi che mi prendo delgi insulti per poi svegliarmi una mattina e vedere che nulla è cambiato
Ma non è vero che non è cambiato nulla, non è vero! Bisogna solo evitare di parlare e guardare solo Berlusconi, per salute personale. Detto questo: è talmente finito che io temo più Monti…
molto d’accordo con te. I tempi sono per molti versi davvero cambiati e quello di Berlusconi sarà l’ultimo canto del cigno. una campagna elettorale vittoriosa per la sinistra dovrà evitare di parlare sempre di Berlusconi, come in passato, e focalizzarsi su quel che pd e alleati vogliono dire e fare, sperando che questa volta qualcosa da dire lo abbiano
In Mayas we trust
No we don’t