La passione per la cosa pubblica

Le mie lunghe camminate urbane per l’Ile-de-France, cari tutti, continuano e non ho più avuto tendiniti o cose simili. Certo, cammino di meno e certo, facendo più pause ma cammino ancora e a lungo.

Tipo la settimana scorsa, quando mi trovavo nel settimo, dalle parti degli Invalides, per capirci, e avevo un po’ di tempo per andare a prendere la RER B e dunque ho fatto tutta, ma proprio tutta, rue de l’Université. 3,6 km, secondo google maps, che non è una distanza esagerata ma quand même

Il percorso è questo qui sopra, ed è bello camminare così, a caso, in una direzione e vedere strade diverse, e i gatti dei ricchi e impasses e cités e negozi e gallerie d’arte e librerie che, di solito, non incontri. E vedere le facce che, come in tutti i quartieri così, son ricche ricche e bianche bianche.

E poi imbatterti in luoghi come la boutique de l’Assemblée Nationale che sono fatti per mandare le persone come me, appassionate di gadget&cosa pubblica, in sollucchero e compulsione all’acquisto. Non c’erano soltanto tutte le proposte di legge, rilegate in pratici fascicoletti, o i libri sull’Assemblée, non c’erano solo le cartoline con i deputati d’antan o le storie di Francia. Non c’erano solo i portapenne e le penne, i fermacarte e la carta intestata, le agende seriose e le valigette compunte.

C’erano la pezzuola per gli occhiali tricolore, c’era il vestitino per neonato con scritto Futur Deputé, c’erano i guanti da forno, due, uno rosso, con scritto Gauche e uno blu con scritto Droite. E i calzini, dello stesso colore ma con le due scritte. E le insalatiere e i cioccolatini, e gomme fatte a teste della Marianne e l’accappatoio con la coccarda, e il grembiule del menù parlamentare e la palla con la neve e dentro l’Assemblée Nationale e non la cattedrale di Saint Patrick perché Claude Bartolone non è Mary Poppins.

Avrei comprato tutto, compresa il gallo, il galletto e il pulcino tricolore. Compresa la chiavetta USB. Compreso il busto di ceramica della Marianne. E soprattutto avrei preso – e stavo per prenderle, vi assicuro – le espadrillas tricolori.

Le espadrillas o – come dicono qua – le espadrilles. Tricolori. Con la punta blu, il calcagno rosso e al centro beh, bianco. Splendide. Stavo per.

Ma poi no. Ma forse beh, sì forse… ché tra sedici giorni torno in Italia e lì si possono mettere le espadrillas, no?

Le ultime che ho avuto, era il 1984, credo.

14 pensieri su “La passione per la cosa pubblica

    1. ma infatti il mio dubbio non era sulla moda, piuttosto sul fatto che fossero tricolori… che poi è anche il motivo per cui le comprerei… se no compro quelle in saldo da André a 7€50. Rosse. che ne dici ;)?

  1. Anche io se posso preferisco camminare, scoprire, sbirciare. Quante cose si scoprono.
    Pensavo che le espadrilles fossero un vezzo dell’omo francese del sud. Comunque secondo me avresti dovuto comprarle 😉

        1. Facciamo così: io ora faccio colazione a Levallois e prima di andare alla Courneuve faccio un passo nel settimo che non è proprio dietro l’angolo ma ho tempo…

  2. No, scusa, ma quel negozio è magnifico! Io avrei comprato tutto! Non sarei riuscita a resistere. Ma, soprattutto, avrei comprato il gallo, il galletto e il pulcino tricolore! Devono essere fantastici *_________*

  3. son tornate di moda confermo! ma le trovate comode? io mi riempio di vesciche!
    Ad ogni modo: potrei impazzire per una boutique dell’assemblée nationale. Potrei comprarci tutto!

    1. Guarda, come dicevo è dall’84 che non metto espadrillas quindi non so se le troverei comode. Ma mi sono convinto di sì…

      Comunque un bel freno all’acquisto compulsivo alla boutique dell’Assemblée è dato dal fatto che questa Repubblica bislacca ha un fascio come simbolo e io comunque sono italiano e l’agenda col fascio beh insomma…

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