C’è chi starnazza e non sa volare

Lui è napoletano, o almeno campano. Lei è sarda e terribilmente nervosa: sono appena arrivati a Beauvais e non sa cosa devono fare. Teme di aver sbagliato aeroporto, giorno, ora, universo parallelo. Piagniuccolosa e acidula dice: vedi? Non può essere il nostro volo! Perché, chiede lui. Non è allo 9.05! Lui è perplesso. Io sono in coda con loro, mi sono reso conto che stanno guardando gli arrivi, ma mi taccio perché, come diceva Columbro, tra moglie e marito… Inoltre ostento il mio non essere italiano leggendo un libro francese, per farli essere spontanei e fare in modo che diano il peggio di loro, senza timore di essere ascoltati. Ma no! dice lui, quello è il tabellone degli arrivi! Lei tace un microframmento di nanosecondo e sbotta: ma il nostro aereo non arriva alle 9.05! Come se sui tabelloni degli arrivi ci fossero gli orari degli atterraggi dei voli in partenza, capite? Lui esausto, scuote la testa, io con lui. Quel che so, continua lei in preda all’ansia e all’acidità, è che non capisco cosa devo fare.

Ecco, questi sono i primi compagni di viaggio che incontro. Cominciamo bene, come direbbe Frizzi.

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