In un ristorante di Berlino, dove il pane è solo pane all’aglio, mi si rivolge un signore rubizzo che sta cenando e chiacchierando in tedesco in un tavolo vicino a noi:
Anke lei è italiano?
S
Di dofe?
Genova…
Anke io italiano. Ti Polzano!
Scopriremo, durante il monologo del signore, che “laforava nei trasporti”, nel senso che aveva fatto il camionista, e che “le mandarine migliori del mondo” sono quelle di Sizilia.
Non che lo ignorassi, ovviamente, se non fossero bastati De Mauro, gli articoli sulle isole alloglotte e l’episodio di Fantozzi in Sud Tirolo, ci pensano le Olimpiadi invernali a ricordarmi, ogni quattro anni, che non tutti gli italiani sono di madrelingua italiana.