Un defibrillatore dove può servire

Visto che in BnF oggi c’è sciopero contro le ipotesi di ristrutturazioni di questo qui (i sindacati parlano di cinquanta tra licenziati e non confermati nel 2010, a fronte di una carenza di organico di ottanta persone) ho dovuto ripiegare su una biblioteca municipale. Oggi è stato il turno della André Malraux, nel VI, non troppo lontano dall’EHESS e – soprattutto – dotata di un paio di libri che possono rendere meno sprecato il mio pomeriggio. La biblioteca ha un décor da biblioteca scolastica, piuttosto essenziale anche se funzionale, è frequentatissima – ho trovato per miracolo un posto attaccato ad un calorifero e davanti a un signore che legge La Marianne col cappello in testa – ed è sufficientemente silenziosa.

A differenza delle biblioteche scolastiche, però, all’ingresso troneggia un defibrillatore, come se fossimo in E.R. ed io fossi George Clooney (cosa che non sono perché ho tutti i capelli del colore di cui son sempre stati, dopo i primi anni in cui ero molto più biondo). La cosa mi ha sorpreso, poi ho visto la frequentazione media e ho capito il motivo: le ragazzine che studiano storia che domani le interrogano (hanno dei libri così scarni che ho capito perché riempiano i loro exposé all’università di imbarazzanti anacronismi) o gli studentelli di diritto che lumano le di-cui-sopra sicuramente non necessitano di cure d’urgenza. Però gli anziani che leggono i giornali, le anziane che leggono le enciclopedie, gli anziani che sfogliano riviste, le anziane che borbottano e i filologi romanzi che bevono troppo caffè potrebbero, chissà… Ad ogni modo, la presenza di questo oggetto bislacco mi tranquillizza. Oltre al defibrillatore ci sono altre cose notevoli: qualche pazzo in dotazione a ogni biblioteca e – soprattutto – i clochard che dormono perché fuori fa freddo. La cosa è piuttosto penosa e continuo a non capire come è possibile che lo stato sociale di questo Paese ,di solito così generoso, continui a non porsi il problema dei senza tetto. Ad ogni modo, ce ne sono almeno tre mentre un quarto è in dubbio: l’odore dice barbone l’aspetto dice forse no.

13 pensieri su “Un defibrillatore dove può servire

  1. Bratislava, ripeto, io personalmente non ci passerei nemmeno un’ora! Finora ci ho passato una giornata di visita e poi altre tre volte ci sono andato per via dell’aeroporto. Credo sia l’unica capitale europea con l’autostrada che passa direttamente nel centro città. Molto affascinante la vista del castello (“a forma di tavolo rovesciato”) arroccato sul Danubio. Ma quello lo vedi pure dall’autobus che ti porta a Vienna, non vale la pena di scendere!
    Se non si fosse capito odio quel posto. Sarà che mi ci sono preso un’influenza mostruosa, ma tant’è.
    Di Vienna e viennesi ormai sono un esperto, chiedi e ti sarà detto!

  2. Quindi tu sei di nuovo a Parigi!

    Tra l’altro, qualcosa in proposito mi è stato detto anche dal Manzini…
    Che mi racconti?

    Saluti dall’Isvizzera,
    Daniyo tuo

  3. ma anche li’ ci sono le sciure che si leggono il corrispondente francese di “initmità” o “casalinga oggi”? E i giovani che si importano sul pc tutti i cd della discoteque? Una volta ero a quella di Montgallet e ho passato tutto il giorno ad osservare questa varia umanita’.

    Sulla questione clochard boh. Dove abitavamo prima ce ne era uno con il suo materasso permanente davanti all’entrata dei garage. Praticamente era stato adottato. A me a volte vien da pensare che sia una scelta più che una necessità, cioè non credo che non ci sia assistenza.

    1. Eh, guarda lo pensavo anche io… Poi ho letto Les naufragés di Patrick Declerck e mi sono reso conto di no, che c’è proprio un buco nello stato sociale francese… Ti basti pensare che l’ente che fa di più per l’assistenza è la RATP!

      Detto questo, l’umanità delle biblioteche mi fa davvero impazzire, devo inventarmi un telefilm che si svolge in una biblioteca. Tutto recitato sottovoce, ovviamente…

      1. Ma ci credi che un telefilm ambientato in una biblioteca è ESATTAMENTE la stessa cosa che piacerebbe scrivere anche a me? 😀
        Cioè… tutto sommato potrebbe essere interessante, dai: l’ambientazione è nuova, il soggetto non sa di “già visto”, le trame si trovano con molta più facilità di quanto non si possa immaginare…
        Giuro: è da un paio d’anni che “vorrei” scrivere un telefilm simile 😛

        Dovremmo metterci in società u_u

        1. guarda, in realtà per la società non so, sono già in parola… Però considerando che quando va bene un telefilm in Italia si moltiplicano i cloni (squadre, distretti di polizia, carabinieri, finanzieri, guardie costiere…) direi che dopo il successo di Biblioteche e Biblioteche 2, inizieranno a produrre Ludoteca 1 e 2, Mediateca 1, 2 e 3, Biblioteca Nazionale (che avrà scarso successo), Sezione Manoscritti (solo per gli snob) e – soprattutto – l’inquietante e misterioso Banco rari

          1. Okay, allora io mi prenoto per Biblioteca Scolastica: sarà una promettente contaminazione di Biblioteche e Liceali, con possibili sconfinamenti in Provaci ancora Prof e Un Bibliotecario in Famiglia (nel mio caso spefico, anche Don Matteo).

            😀

            A proposito di film/telefilm su biblioteche: hai mai visto i tre film di Librarian, col dottor Carter di ER che è un bibliotecario che deve salvare il mondo? 😛

      2. I ragazzi del sala ovest? Mi pare promettente.

        Richedo subito una puntata dedicata a un po’ di educazione sociale su come funzionano le biblioteche in francia, ed in particolare la BdF. Io non ho ancora superato l’inibizione ad entrarci perchè dovrei chiedere troppe cose e anche le più stupide in francese. E’ uno dei propositi per il nuovo anno.

  4. Ma no, non preoccuparti! Si può stare in BnF senza dire una parola di francese, è tutto automatico! beh, certo, eccetto il colloquio attitudinale col bibliotecario il primo giorno…
    Dai, Anja, facciamo così: un giorno che ti senti pronta, ti accolgo all’ingresso Ovest della BnF – sito Mitterrand e ti aiuto a superare gli ostacoli. Anzi, ora che ci penso potrei mettere su un corso di sopravvivenza per la BnF in n lezioni, il primo giorno consegno anche uno starter kit composto da 1) thermos; 2)antivol; 3) un libro saccente da far finta di leggere in caffetteria; 4)un libretto con le facce da fare per rispondere ai bibliotecari, come quello di Munari sui gesti italiani.

    c’est parti?

    1. come no! mi sa che sarà un proposito da nuovo anno inoltrato, visto che a Gennaio saro’, emh, dall’altra parte del mondo ma grazie mille. IN queste cose si ha sempre bisogno di una figura guiida!

Lascia un commento